Alfa 90
Dopo solo due anni dal lancio, al Salone di Torino del 1986 viene presentata la nuova gamma Alfa 90 Super, rivisitando un modello nato in ritardo ed afflitto da molti problemi meccanici dovuti soprattutto alla poca sperimentazione dei sistemi produttivi prima della commercializzazione. L’occasione per proporre al pubblico una versione matura e migliorata porta con sé alcune modifiche: nuove finiture interne, una diversa mascherina e il porta-targa in tinta sono i tratti più evidenti del restyling, ma anche l’interno viene aggiornato con nuovi rivestimenti, plancia monocolore e impianto di climatizzazione migliorato. Dal punto di vista meccanico, scompare invece il propulsore di due litri con alimentazione a carburatori e viene resa disponibile per il mercato estero la versione catalizzata della 2.5i V6. Il propulsore turbodiesel adotta un turbocompressore più compatto (K16) per una risposta più pronta e il riscaldatore del gasolio integrato nell’impianto di alimentazione che rende più agevole le partenze a freddo. Le trasmissioni delle versioni a benzina vengono riviste e accorciato il rapporto al ponte, dimenticando finalmente quella pratica di allungamento dei rapporti per ridurre i consumi che a fronte di risultati modesti quanto a economia, aveva molto danneggiato la reputazione delle Alfa Romeo che la clientela faticava a riconoscere come vetture brillanti e sportive. Le velocità massime si raggiungono ora in quinta e il miglioramento delle accelerazioni è nell’ordine del 20-25%. Sulle versioni V6 è da notare la possibilità su richiesta del sistema ABS a controllo elettronico. In queste cinque versioni l’Alfa 90 verrà prodotta fino al 1987 quando lascerà le linee di assemblaggio di Arese dopo 54.500 esemplari prodotti. Di essi, 6.677 avranno motore con motore 1.8 (tra queste anche le vetture destinate alle Forze dell’Ordine), 27.447 sono le due litri (comprese le 2.0 V6), 6.912 le 2.5 V6 e 15.392 le turbodiesel.