AlfaGTV Spider
Bisogna fare un salto all’indietro lungo 25 anni per giungere al 1995 e al ritorno di una Granturismo che in casa Alfa Romeo mancava ormai da circa dieci anni, quelli utili per vedere allontanare dal listino del Biscione l’Alfetta GTV. Nel 1994, siamo al Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra, Alfa Romeo riporta in auge quella stessa denominazione privandola dell’appellativo Alfetta introducendo quindi la GTV che lascia le redini appartenute un tempo a Bertone a Pininfarina che in collaborazione col Centro Stile Alfa Romeo introduce una Granturismo elegante, spigolosa e filante allo stesso tempo. La personalità di certo non manca. Viene quindi introdotta a listino nel 1995.
Alla GTV il Biscione affianca anche la Spider, identica alla GTV ma privata del tetto. Entrambe rimangono nel catalogo Alfa Romeo per dieci anni di onoratissima carriera. Nel 2005 escono infatti di scena dopo 3 restyling che le mantengono attuali e piacevoli anche nell’aspetto.
L’antenata vista già nel 1991
La voglia di riproporre una coupé comincia a percepirsi già nel 1991. Al medesimo Salone dell’Auto di Ginevra appare infatti l’Alfa Romeo Proteo, ovvero una coupé strettamente derivata dall’iconica Alfa Romeo 164. La Proteo viene equipaggiata col V6 Busso da 260 cavalli di potenza complessiva e introduce anche un’inedita soluzione sterzante sull’asse posteriore. Dalla Proteo deriverà quindi l’impostazione stilistica e anche la scelta di alcune soluzioni tecniche viste poi sulla GTV introdotta tre anni più tardi. L’Alfa Romeo GTV viene spesso accosta al suo codice di progetto, 916, che affianca spesso nella denominazione anche la Spider. Il codice risulta utile per distinguerle con maggiore semplicità dalle mitiche antenate. La vettura ideata da Enrico Fumia possiede una base di partenza di certo non particolarmente nobile, perlomeno forse nemmeno lontanamente adatta ad una coupé di tale portata. Il telaio deriva infatti dal Fiat Tipo 2, ma a volte si possono anche fare miracoli soprattutto se si ragiona su un impianto sospensivo decisamente sofisticato soprattutto dietro e su una distribuzione dei pesi perfetta che conduce ad un baricentro particolarmente basso.
La ricerca stilistica prodotta da Fumia poneva le sue basi sulla Proteo di De Silva; il progettista di Pininfarina si ispira infatti alla concept vista nel 1991 sia per la GTV che per la Spider traendo ispirazione, ad esempio, dai piccoli fari tondi che ad essere sinceri nascondevano un elemento poliellissoidale sovrastato dai fori sul cofano motore. Ma anche la caratteristica scalfitura sulle fiancate deriva dal concept visto solo qualche anno prima. Rimanendo sulla vista laterale, le GTV e Spider appaiono decisamente interessanti se guardate da questa prospettiva, la scalfitura citata diventa un tratto fortemente distintivo ma un ulteriore elemento caratterizzante è quello che viene definito “cofango”; il cofano motore racchiudeva infatti anche i parafanghi anteriori, una soluzione che Fumia aveva derivato dalla sua Audi Quartz (nella quale si ritrovano tratti distintivi visti sulla GTV) del 1981 che poi era apparsa anche sulla Fiat Coupé di Chirs Bangle.
L’ultima di Arese
Le Alfa Romeo GTV e Spider sono state anche le ultime assemblate presso lo storico stabilimento Alfa Romeo di Arese, perlomeno fino al 2000 quando l’assemblaggio venne spostato presso gli stabilimenti Pininfarina di San Giorgio Canavese. La GTV prevedeva un’impostazione da 2+2, con i due posti posteriori dediti ad ospitare qualche borsa più che qualche essere umano, mentre la Spider escludeva questa possibilità ed era dotata di un tetto richiudibile in tela multistrato. Entrambe appaiono basse e larghe con una caratteristica impostazione a cuneo che terminava in una coda tronca con lunotto spiovente. La sezione posteriore delle Alfa Romeo GTV e Spider prevedeva il classico fanale a tutta larghezza che conteneva tutte le luci, sulla base di una soluzione già adoperata sulle Alfa del tempo e oggi certamente tornata in auge. Lo stile di queste belle Alfa Romeo non veniva tralasciato nemmeno all’interno dell’abitacolo. La strumentazione era tipicamente destinata ad un’impostazione a doppio elemento circolare sormontato da una palpebra decisamente azzeccata. I sedili sportivi erano ampi e accoglienti. Sulla plancia centrale si riscontravano invece tre ulteriori elementi circolari che indicavano l’ora, la temperatura dell’olio e il livello del carburante residuo secondo uno schema adottato qualche anno dopo anche sulla 156; secondo uno schema tipico dell’epoca, la radio veniva montata in basso.
Dal punto di vista della meccanica, come già accennato, si ha ovviamente una derivazione su base Fiat. La trazione è quindi anteriore, forse l’unico neo delle GTV e Spider che rappresentano le prime sportive del Biscione ad adottare questa impostazione tecnica, con motore anteriore trasversale ma soluzioni raffinate si ravvisano per quanto riguarda le sospensioni. Davanti c’è una sospensione indipendente McPherson, rivista rispetto a quella originaria, mentre dietro troviamo un più sofisticato sistema MultiLink con cinque bracci multipli fissati ad un telaietto ausiliario. I freni erano a disco sulle quattro ruote e includevano i sistemi ABS e EBD. Le doti dinamiche sono eccellenti e come al solito in Alfa Romeo tirano fuori il massimo da una base non particolarmente interessante.
Motori a benzina
Inizialmente le Alfa Romeo GTV e Spider adottano motori Twin Spark 2.0 16 valvole a quattro cilindri in linea con variatore di fase e 150 cavalli di potenza, in accordo con l’interessante 2.0 V6 Turbo da 205 cavalli erogati. Nel primo caso si toccano i 215 chilometri orari di velocità massima con la lancetta che col 2.0 V6 Turbo si ferma invece ai 235 km/h. La Spider invece è l’unica che al debutto porta in dote il V6 a 12 valvole 3.0 da 192 cavalli di potenza. Dalla sua la GTV possiede una rigidezza strutturale elevatissima (decisamente utile anche per la Spider che viene privata del tetto) e un peso non molto elevato, elementi che consentono quindi di ottenere prestazioni di tutto rispetto. Entrambe hanno previsto l’introduzione di diverse versioni che hanno caratterizzato i dieci anni di vita delle GTV e Spider a marchio Alfa Romeo. Alla prima introduzione del 1995 segue nel l’introduzione a fine 1996 di un nuovo V6 3.0 con 24 valvole e 220 cavalli di potenza, aspirato, disponibile per la GTV che si riconosce per le pinze dei freni anteriori rosse a quattro pistoncini della Brembo: si superano i 240 km/h di velocità massima mentre allo stesso tempo la Spider vede l’introduzione del 2.0 V6 Turbo già disponibile al debutto sulla GTV. La prima versione rimane tale fino al 1998 e disporrà di un successo commerciale molto interessante. Vengono introdotti proprio nel 1998, col primo restyling, solo alcune variazioni. Ci sono ora dei cerchi ruota da 16 pollici a cinque fori, disponibili su richiesta anche da 17 pollici, ma debuttano nuove colorazioni per la carrozzeria e nuovi interni con plancia completamente rivista, sedili rinnovati e capaci di adottare la pelle utilizzata dalle sportive di Maranello. Debutta anche il climatizzatore automatico, strettamente derivato da quello introdotto sulla nuova 156. Anche in questo caso si ha a disposizione un nuovo motore, ovver il 1.8 Twin Spark da 144 cavalli previsto sia sulla GTV che sulla Spider. Il 2.0 Twin Spark vede invece un incremento di potenza pari a 5 cavalli grazie a novi collettori di aspirazione con lunghezza variabile. Sulla 3.0 V6 24 valvole c’è ora un nuovo cambio a sei marce. All’esterno le principali modifiche sono al paraurti anteriore e alla cornice dello scudetto mentre la vernice è ora uniforme su tutta la vettura (nel 1995 la parte bassa era nera). Sempre nel 1998 debutta anche la variante GTV Cup che viene ispirata dal Trofeo che si disputa in circuito. Si può avere con i motori 2.0 e 3.0 24 valvole e si caratterizza per un ampio spoiler posteriore, le minigonne sotto alle portiere e un nuovo splitter anche davanti. I cerchi sono da 17 pollici con fori particolarmente ampi mentre c’è una presa d’aria con esclusiva funzione estetica dietro ai passaruota anteriori. Si ottiene un incremento di velocità nell’ordine del 6-10 km/h e viene prodotta in 180 unità rosse con motore 3 litri e in 239 unità, quasi tutte argento con poche varianti rosse, con motore 2 litri.
Nel 1999 la Spider introduce il 3.0 V6 a 24 valvole dotato del nuovo cambio a sei rapporti. L’anno successivo la produzione delle GTV e Spider abbandona la sede di Arese per trasferirsi direttamente in Pininfarina a seguito della chiusura dello storico stabilimento; i motori vengono aggiornati alla normativa anti inquinamento Euro 3 che produce una piccola perdita di potenza complessiva.
Nel 2003 l’ultimo restyling
Bisogna quindi arrivare al 2003 per configurare l’ultimo dei restyling che interessa la GTV e la Spider, ad opera di Giorgetto Giugiaro. Le modifiche si concentrano esclusivamente sulla sezione frontale di entrambe le vetture al fine di adeguare le GTV e Spider al nuovo family feeling introdotto con la 147. Tutta l’area anteriore viene rivista con nuovi elementi che avvicinano le vetture agli stilemi delle nuove 147 e 156 mentre gli interni e il posteriore rimangono quasi gli stessi. Il nuovo frontale si caratterizza per uno scudetto più stretto e lungo, decisamente simile a quello visto sulla 147, che svecchia l’immagine delle due vetture sportive di casa Alfa Romeo sebbene i giudizi molte volte sono apparsi contrastanti. Ma come al solito vengono introdotte nuove interessanti motorizzazioni oltre al dispositivo antislittamento ASR. I motori sono i moderni JTS (Jet Thrust Stoichiometric) che introducono l’iniezione diretta realizzata in casa Alfa Romeo e utilizzata dal 2002 fino al 2011. Ci sono 15 cavalli di potenza in più sebbene la gamma dei motori si riduce a due sole motorizzazioni: il 2.0 JTS da 165 cavalli e il V6 Busso 3.2 24 valvole da 240 cavalli, praticamente lo stesso apparso sulle 147 e 156 GTA sebbene venga depotenziato di 10 cavalli. L’impatto alla guida è brutale e la velocità massima raggiunta è pari a 255 km/h che fino all’introduzione della 8C è la velocità massima più alta per una vettura stradale del Biscione. Le 3.2 si riconoscono anche per il nuovo disegno a razze dei cerchi da 17 pollici. La GTV rimane nel listino Alfa Romeo fino alla fine del 2005 quando viene sostituita dalla Brera. La Spider invece ha una vita leggermente più lunga visto che rimane fino all’arrivo dell’omonima variante derivata ovviamente dalla nuova Brera. Sono tante le serie speciali, oltre alla Cup. Da fine 1999 a marzo 2000 è il turno della Millenium Edition per la sola variante Spider dotata del 2.0 Twin Spark verniciata in giallo con capote, tappetini, sedili in pelle e varie finiture sulla plancia tutte in blu. Tra il 2001 e il 2002 è invece la volta della Sportiva, sia GTV che Spider, con interni in pelle nera, cadenini e moquette rossi oltre a splitter e minigonne della Cup. Immancabile l’autoradio Blaupunkt con funzione di navigatore a pittogrammi e lettore CD con caricatore da 10 posto nel bagagliaio, sedili regolabili elettricamente, console in colore titanio e cerchi della Cup. Si possono avere nella esclusiva colorazione nera metallizzata per la GTV e argento per la Spider, i motori sono i 2.0 Twin Spark e 3.0 V6 a 24 valvole.
Negli stessi anni viene introdotta anche la Elegante che vede la GTV nella colorazione blu scura o nero metallizzata e interni in pelle marrone scuro e placca sulla consolle che ne identifica la serie limitata. La Spider è invece in nero con interni in pelle bicolore in nero e grigio o rosso e grigio con capote elettrica. I cerchi sono da 17 pollici. Infine c’è la Classica per la sola Spider con vernice nera metallizzata, interni in pelle grigia chiara e capote elettrica con cerchi sempre da 17 pollici.
Le edizioni speciali terminano con la Motus, prodotta da giugno 2002 a maggio 2003, tutte in nero metallizzato con interni in pelle rossa, cerchi da 17 e kit aerodinamico della Cup e la Edizione 2004 per la sola Spider dotata del 2.0 JTS con capote elettrica, autoradio Blaupunkt con lettore CD, vernice metallizzata, cerchi da 17 pollici e doppio airbag. Le GTV e Spider apparse 25 anni fa hanno rappresentato un segno tangibile del rilancio di Alfa Romeo nel settore delle sportive di serie. Un segmento che forse oggi manca fortemente all’attuale impostazione del Biscione e che potrebbe tornare a far battere forte il Cuore Sportivo degli appassionati del marchio.